Un viaggio dalla carne in scatola alle e-mail indesiderate: scopriamo l’insolita evoluzione del termine ‘Spam’.
Cosa collega una semplice scatola di carne in scatola a quella fastidiosa piaga della nostra era digitale chiamata spam?
La risposta risiede nella storia, un viaggio che ci porta dai campi di battaglia fino alle nostre caselle di posta elettronica: ripercorri con noi di HRC l’origine del temine dall’inizio!
Tutto iniziò nel lontano 1937, quando il nome rappresentava una marca di carne in scatola prodotta dalla Hormel Food Corporation.
La combinazione di “spiced” (speziato) e “ham” (prosciutto) diede vita a questo nome che, per decenni, fu sinonimo di nutrimento per le truppe durante la Seconda Guerra Mondiale.
Infatti, proprio durante la Seconda Guerra Mondiale, lo spam divenne un pilastro alimentare per le truppe alleate. La sua lunga conservazione e facilità di trasporto lo resero un alimento di base nei periodi di conflitto. Oltre 100 milioni di lattine furono spedite nel Pacifico, rendendo questa carne in scatola un simbolo di forza per i soldati. La Hormel ingaggiò star e cantanti per pubblicizzare la lattina e organizzò anche un programma radiofonico. Nel 1959, mise in commercio la miliardesima lattina.
Ma come questo nome innocuo è diventato associato a quel flusso incessante di messaggi indesiderati che inonda le nostre caselle di posta elettronica? La risposta risiede in un gruppo comico britannico che ha fatto la storia della televisione.
Nel 1970, i Monty Python, famoso gruppo comico inglese, hanno reso il termine noto in tutto il mondo grazie a uno dei loro sketch più memorabili. Nell’episodio numero 12 della seconda stagione di “Monty Python’s Flying Circus“, una coppia di coniugi, interpretati da Eric Idle nel ruolo del marito e Graham Chapman nella parte della moglie, fa il suo ingresso in un bar e richiede al cameriere, interpretato da Terry Jones, il menu.
I coniugi sono sorpresi nel constatare che l’elenco delle pietanze contiene ripetutamente una certa parola: “uova e spam”, “uova pancetta e spam”, “uova pancetta salsiccia e spam”, e via dicendo, sempre più insistente. La moglie, mostrando il suo dissenso, si rifiuta categoricamente di accettare la carne in scatola come opzione, ma nonostante le sue proteste non riesce a ottenere ciò che desidera.
Nel frattempo, da un tavolo alle loro spalle, occupato da un gruppo di vichinghi, inizia un canto crescente e fastidioso.
La situazione raggiunge il suo culmine quando il coro vichingo, in cui spicca il ritornello che elogia la spam, diventa sempre più dominante, sovrastando ogni altra voce nel locale.
Addirittura, durante i titoli di coda, i nomi degli attori e degli autori vengono mostrati alternati alla parola “spam”.
Da quel momento in poi, questo termine è stato associato non solo alla carne in scatola, ma anche a un bombardamento incessante e fastidioso di messaggi indesiderati. Proprio come quella tipologia di carne in scatola era diventata troppo diffusa e fastidiosa per alcuni, così anche i messaggi di spam invadono le nostre caselle di posta elettronica senza sosta.
E così, mentre continuiamo a lottare contro l’assalto digitale dello spam, possiamo riflettere sul fatto che questa piaga moderna ha radici profonde nella storia e nella cultura popolare, un segno tangibile del modo in cui il passato continua a influenzare il presente.
E tu? Eri a conoscenza della storia dell’origine del termine spam?